Internazionale Main Thread

[oily]

[Totally FRANK]

Top clubs plan Super League?
Friday 14 September, 2007
There are reports that Inter, Juventus, Milan, Roma and Napoli staged a secret meeting to propose a new Super League.

The newspapers in Italy suggest that the clubs came together on Thursday after the Lega Calcio – the union of all Serie A and B sides – voted for Parma’s Tommaso Ghirardi as a representative rather than Juve candidate Giovanni Cobolli Gigli.

This left the giants with no voting representative in the Lega Calcio, so they walked out on the session and Milan general manager Adriano Galliani pledged: “We will not stand by impotently.â€

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[Lombardiamia]

Figo: "Io, l'Inter, l'Europa, la famiglia...."

Fonte: inter.it
Il furiclasse dell'Inter Luis Figo ha rilasciato un'intervista a "Inter 100 e lode", la nuova trsmissione di Sky che vuole raccontare e analizzare tutti gli aspetti del mondo nerazzurro.

Figo, che stagione sarà quella che è appena cominciata?
"Non si può sapere che cosa succederà sino alla fine della stagione, ma speriamo sia un'annata buona per la società. Ci auguriamo che alla fine potremo essere felici e contenti di quello che abbiamo fatto in questi mesi".

Quale sarà l'errore da non commettere?
"Pensare di aver già fatto tutto. Dopo una stagione nella quale uno vince, infatti, ti può venire inconsapevolmente questo pensiero. Questa può essere la più grande difficoltà da superare. Sappiamo di essere una squadra forte, quello che abbiamo fatto ormai è passato, nel calcio conta solo quello che fai l'ultima domenica. È questo il pensiero che dobbiamo avere in questa stagione, dovremo ragionare gare dopo gara".

Quanto è difficile rimanere umili?
"Non credo sia una questione di umiltà. Il gruppo è buono, l'importante è non rilassarsi anche se questo può succedere inconsapevolmente. Non dobbiamo pensare toppo a quello che abbiamo fatto l'anno scorso".

Il suo sogno è quello di chiudere la carriera alzando la Champions League da interista?
"Sì, se si potesse chiederei questa cosa. Però sono realista e conosco le difficoltà che ci sono per vincere una competizione come la Champions. La speranza, però, deve esistere nella testa di ogni giocatore, la speranza di far bene e arrivare lontano nella competizione più importante a livello di club in Europa. Dobbiamo cercare di arrivare lontano perchè una società come l'Inter deve cercare di arrivere sempre sino in fondo a tutte le competizioni".

Due anni fa, quando è arrivato in nerazzurro, si è parlato di un patto Facchetti-Figo per rirpotare l'Inter ai livelli dell'èra della "Grande Inter". È vero?
"Sono arrivato qui per aiutare la società ad essere più forte, questa è la mia mentalità. Sapevo che l'Inter non vinceva da tanti anni e anche questa era una sfida. Sono stati due anni belli e fortunati nei quali sono stato felice, abbiamo vinto e questo ti fa vivere meglio come calciatore. Credo che quella interista sia una parentesi importante e positiva nella mia carriera".

Massimo Moratti si aspetta che l'Inter arrivi almeno in finale di Champions League...
"Dobbiamo pensare di arrivare il più lontano possibile, però nel calcio non si può promettere di arrivare in finale. Uno deve sempre dare il meglio di se stesso e affrontare gara dopo gara. La Champions è una competizione che dipende molto dallo stato di forma con il quale affronti la partita, perché tutte sono decisive: se una serata è positiva può decidere la fase eliminatoria perchè in Champions League non c'è tanto margine per poter recuperare eventuali passi falsi".

Vede analogie tra quest'Inter e il suo Real Madrid?
"Sinceramente no, anche perchè in Spagna c'è una cultura del calcio diversa dall'Italia".

Che giudizio può dare dell'ultimo arrivato, il suo connazionale Pelè?
"È ancora molto giovane e in Portogallo stava muovendo i primi passi. Non conosco tutti i calciatori del mio paese, nel quale non gioco da un po' di anni, per questo non posso dire di più".

Che rapporto ha con i calciatori più giovani? Dà loro dei consigli su quello che devono fare dentro e fuori dal campo?
"Ognuno sa quello che deve fare, non posso dirgli come comportarsi fuori dal campo. In campo, invece, cerco sempre di aiutarli nei movimenti".

C'è qualcuno dei giovani con il quale ha un rapporto privilegiato?
"(ndr.: sorride) Sì, con Olivier Dacourt... ".

Un grande giocatore non si rassegna mai all'idea che gli anni passano: Figo si è adeguato?
"Ho la consapevolezza che gli anni passano per tutti, quindi anche per me. Però non sono l'unico in questa squadra che ha più di trent'anni, quindi questo discorso non vale solo per il sottoscritto. È chiaro che conosco perfettamente le mie condizioni e sono consapevole dell'età che ho. In generale nel calcio è importante il rendimento. È più importante il rendimento di un calciatore o la sua età? Credo il rendimento. L'unica cosa che conta è che io mi senta bene per aiutare la squadra".

È più difficile il rapporto con l'allenatore per un grande calciatore?
"Alla base del rapporto con un tecnico ci deve essere sempre il rispetto. Se uno rispetta l'altro, esisterà sempre un buon rapporto a prescindere dal fatto che uno sia stato o meno un grande calciatore".

L'Inter ha iniziato il campionato come l'anno scorso: vede delle analogie?
"L'anno scorso abbiamo vinto il campionato, quindi non sarebbe male se ci fossero delle analogie... In ogni caso è meglio parlare alla fine, perchè parlare è sempre facile, mentre in campo tutto è più difficile. La cosa più importante è arrivare alle ultime giornate con la possibilità di vincere lo scudetto".

Tutti danno l'Inter favorita: è una pressione in più?
"No, non sentiamo pressione per questa cosa. Se uno è favorito, lo è e basta. Non mi preoccupo di esserlo, la responsabilità è la stessa comunque. In una società come l'Inter c'è sempre la responsabilità di giocare per vincere. La pressione esiste sempre, a me piace giocare con pressione. Questo è un motivo in più per essere concentrato".

Per Figo il campionato italiano è il più difficile in assoluto?
"Non credo. Forse è il più fisico e il più tattico".

Crede sarebbe giusto assegnare il Pallone d'oro a Kakà?
"Si, ha vinto la Champions League. È un calciatore che ammiro ed è uno dei cinque migliori al mondo".

Secondo Figo quali sono i tre giocatori migliori al mondo?
"È difficile parlare di questo perchè dipende dal momento di forma. Credo che sia normale dire Kakà, Ronaldinho e Cristiano Ronaldo. (ndr.: sorride) Ma ne posso dire solo tre? Se me ne chiedevate due in più mi mettevo dentro anch'io... ".

Che cosa ne pensa dell'involuzione di Adriano?
"Adri ha le qualità per essere forte. Purtroppo ha perso un po' di tempo negli ultimi mesi, però può benissimo recuperare e fare quello che vuole, dipende da solo lui. Peccato perchè, quando il tempo passa, poi non ritorna: deve pensare a questo, ha grandi qualità ed è solo lui che può e deve decidere la sua carriera".

Massimo Moratti ha dichiarato che forse l'Inter non ha fatto abbastanza per Adriano. La squadra ha fatto abbastanza?
"Se lui ha bisogno di un aiuto da parte nostra, noi siamo pronti. Ma spesso queste situazioni dipendono solo dai diretti interessati".

Ha qualche rimpianto nella sua carriera?
"Ho fatto tanti errori, però un calciatore cresce commettendo degli errori e diventa più maturo".

Potrebbe diventare il futuro ministro degli esteri dell'Inter per i rapporti con Fifa e Uefa?
"Prima di tutto uno deve essere preparato a fare qualcosa. Non si fanno le cose tanto per farle, non mi è mai piaciuto. Ma ora devo pensare a giocare, poi vedremo. E poi, se dovessi fare qualcosa del genere, sarebbe solo per aiutare la società a essere più forte. Altrimenti non varrebbe la pena".

Quali sono le squadre più forti della Champions League?
"Le grandi squadre dei paesi più importanti".

Le piacerebe fare da mediatore per la pace tra Marco Materazzi e Zinedine The Bald Algerian?
"Sì, se dipendesse da me e potessi fare qualcosa, volentieri. Però è una situazione che devono sistemare loro, sono decisioni tra loro due. Forse, se non si parlasse tanto di questo, avrebbero già sistemato tutto. Però, siccome si fa tanta pubblicità su questo argomento, le cose non si sono ancora sistemate".

Passiamo Figo privato: che padre è?
"Un padre responsabile, preoccupato ogni giorno del bene e della società nella quale vivono la mia famiglia e i miei figli. La maggior parte delle mie attenzioni sono dedicate alla famiglia".

Ha paura del futuro?
"Un po' mi preoccupa, le cose vanno in fretta. Si hanno tante opzioni e uno deve avere un po' di paura, soprattutto se si fa attenzione a quello che spesso si vede in televisione".

Che cosa la preoccupa di più?
"Il conflitti in generale, le opzioni negtaive che esistono ogni giorno per i giovani. Anche l'educazione, che penso sia migliore per le mie figlie, magari non è sufficiente perchè loro crescano nel rispetto della vita e delle persone. Essere padre non è facile, chiaramente io provo a farlo nel miglior modo possibile".

Nella sua famiglia ci sono quattro femmine e un maschio: si sente un pò isolato?
"No, sono felice. Quando proverò a fare un maschio? Sono felicissimo di avere tre figlie. (ndr.: sorride) Con quattro donne in casa ci sono cose buone e cose meno buone: una di queste ultime è che non puoi decidere niente... In ogni caso mi considero fortunato a vivere in mezzo a tante donne".

Ma non desidererebbe un erede maschio?
"Se venisse sarei felicissimo".

Che marito è Luis Figo?
"Dovrebbe dirlo mia moglie... Spero di essere attento ai bisogni della mia compagna, anche se come calciatore passo tanti giorni lontano da casa".

È geloso?
"Si. Quando una persona ama, un po' di gelosia esiste sempe. Ma non sono geloso in modo esagerato".

Fuori dal campo tende a mischiarsi alla gente o a nascondersi?
"Sono fortunato perchè faccio quello che mi piace. Poi ho una famiglia fantastica ed è logico e normale che ti avvicini sempre di più alle persone che fanno il tuo stesso lavoro, hanno i tuoi stessi orari e il tuo stesso modo di vivere. Capita a tutti così, non solo a me".

Che cosa fa nel tempo libero?
"Mi dedico alla famiglia, soprattutto. Poi anche ai miei affari extracalcistici e alla mia fondazione. Mi piace fare tante cose, quelle che fanno più o meno tutti. Non vivo solo per il calcio e, quando ho tempo, faccio le cose che mi piacciono di più".

Ha sempre detto che, a fine carriera, andrà a vivere a Madrid. Perchè?
"Perchè la mia famiglia ha vissuto dieci anni in Spagna e le mie figlie sono cresciute lì. E poi perchè sono vicino a tutti gli altri paesi d'Europa. Poi Madrid è una città nella quale si vive bene e che conosco benissimo. È chiaro che mi piacerebbe anche vivere Portogallo, però la scelta è caduta su Madrid".

Che cosa non le piace dell'Italia?
"(ndr.: sorride) Non mi piacciono le tasse che devo pagare.... Chiaramente sto scherzando. A Milano non c'è il mare ed io ho sempre vissuto vicino al mare. Il clima non è molto caldo, ci sono tanti mesi freddi. Però in generale la gente mi ha accolto molto bene e sono felice di essere qui. Sto vivendo un'esperienza meravigliosa".

Figo ha un'espressione sempre seriosa: che cosa ci vuole per farla ridere?
"Forse appaio serioso perchè sono... moreno. Poi mi vedete spesso in campo, dovo sono sempre concentrato... Ma io rido spesso, credo che aiuti a vivere meglio".

Qual è il complimento più bello che ha ricevuto?
"Quello di essere un grande profesionista".

Come vorrebbe essere ricordato?
"Come un calciatore vincente e per la mia carriera. E poi per lo spirito che ho sempre avuto in tutte le squadre nelle quali ho giocato".

Luis Figo è un uomo felice?
"Sì, ma di più quando gioco".

Con quale canzone di sottofondo vorrebbe rivedere le immagini della sua meravigliosa carriera?

"Con quelle di Mary J. Blige".

Ci può parlare del rapporto con Massimo Moratti?
"Un rapporto sempre bello e affettuoso. E quando c'è un rapporto così è anche sempre difficile dire di no quando ti viene chiesta una cosa. Essere in una società come Inter è un piacere, e se poi il presidente ti vuole bene è molto meglio".

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L'Inter s'è già stufata di Cristal Chivu (Il Romanista)

Dopo l'infortunio in amichevole con la nazionale, Moratti lo bacchetta: «Poteva non giocarla».



"Meno mi piace chi gioca nelle partite amichevoli e potrebbe non farlo...". Moratti bacchetta Chivu. Nel giorno in cui la sua Inter batte il Catania, il patron processa il romeno. Non citandolo direttamente, ma usando poche parole che la dicono tutta sull'aria che tiri in questi giorni attorno a Chivu. Perché il romeno è stato costretto a saltare la partita con i siciliani e si perderà anche la sfida da ex con la Roma il 29 settembre per una lussazione alla spalla. Un infortunio "da tre settimane" rimediato con la sua Romania cinque giorni fa in amichevole con la Germania.

Chivu fragile? Moratti s’arrabbia, ma bastava informarsi. Era sufficiente chiedere ai romanisti, che avevano ribattezzato Chivu Cristal. Il caso Chivu è il secondo della settimana. Prima, anche a livello di importanza, spicca l'infortunio di Vieira. Dopo che prima il dt Branca e poi Mancini avevano chiesto al ct francese Domenech di non farlo giocare contro Italia e Scozia nelle gare di Euro 2008, perché Vieira era stato appena recuperato da uno stiramento, il centrocampista era sceso lo stesso in campo in entrambe le partite. La ricaduta ha scatenato l’ira di Mancini. Moratti ha solidarizzato con il suo tecnico: «Credo che Vieira sia stato attratto, come tutti, dalla sua Nazionale, in una partita ufficiale. Il suo è un torto relativo, maggiore ce l'ha chi dovrebbe tenere conto anche dei club». Chiaro il riferimento a Domenech. Cui però difficilmente potrà mai importare qualcosa dell’Inter.

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Cesar e Adriano: i "nuovi acquisti" dell' Inter?

Fonte: Il Giornale
Oggi la gente di Mancini è seconda dietro la Roma, ma l’Inter di ieri è stata squadra con la voglia addosso, non sempre con la lucidità per stendere l’avversario. Lo ha tramortito con la zampata di valdanito, al secolo Hernan Crespo. Lo ha distrutto con l’aparecido Cesar, affilato coltello serramanico che è stato, anzi è tornato ad essere dopo lungo torpore, giocatore di qualità. Stravaganze del mercato: Cesar è rimasto giocatore per caso di questa squadra non avendo trovato compratore. Due anni fa era una scommessa (poi perduta) di Mancini. Oggi è uno dei suoi migliori acquisti: capitale che ritrova valore, che comincia a valere (aveva giocato bene anche a Empoli) il prezzo dello stipendio. Anima filante della sponda sinistra, inutile chiedergli protezione difensiva, ma quando c’è da andare vola come una gazzella. Ieri penetrava dappertutto, ogni tanto esagerava, ma l’Inter se l’è goduto.
Samba brasiliano nerazzurro, quasi una novità avendo di solito nella compagnia argentina cuore e anima della squadra. I brasiliani erano cinque, tutti quelli a disposizione della rosa di Mancini. Gli argentini solo tre. Poi c’era Figo che parla la stessa lingua, nel senso calcistico ed anche in quell’altro. Ciascun ha fatto la sua parte. Rassicurante Julio Cesar, devastante Maicon che ha infilato palle per compagni che non sempre l’hanno assecondato. Onesto Maxwell. Imperioso Cesar, azione del gol compresa: Ibra lo smarca e lui sfrutta il contropiede con la sberla del killer. Patetico l’inizio di Adriano che poi si è rinfrancato, ha sentito il motore prender giri ed ha concluso la partita a lingua di fuori, però molto più sicuro e felice del suo essere calciatore. Nel primo tempo l’ex imperatore ha buttato qualche bel pallone servito da Maicon, però ha messo zampa, spalla, mano (non si è ben capito) nell’azione che ha fatto schizzare il pallone là dove stava appostato Crespo, inossidabile killer a dispetto di infortuni e lunghe fatiche per tornare in campo. Valdanito è il Bot di Mancini e qualunque altro allenatore: se la palla è da gol, sicuri che finisce dove deve. Rapinatore e mestierante, intuitivo e fantasioso. Il gringo ha messo piede anche in un altro paio di azioni che potevano portare al gol. Adriano si è mangiato alcune occasioni. Il Catania ha messo due volte i brividi a Julio Cesar. Poi ecco Cesar e passa la paura. Sarà peggio in Champions.

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Il centrocampista che serve a Mancini è francese, giovanissimo, fortissimo e somiglia a Zizou...
Branca avrebbe già intavolato la trattativa con l'OM per Samir Nasri.

Si sono già parlati. E chissà come sono rimasti d'accordo. Inter ed Olympique Marsiglia hanno discusso proprio qualche settimana fa della posizione di uno dei maggiori talenti della scuola calcio francese, Samir Nasri.

Il giocatore biancoceleste, venti anni compiuti da poco e il nome sul taccuino anche di Juventus, Real Madrid e Bayern, piace tantissimo ai nerazzurri che sarebbero disposti a fare un'offerta alla società di Pape Diouf già al termine di questa stagione.

E' la quotazione del centrocampista, in scadenza a giugno 2009, che sembra intimorire gli addetti ai lavori di via Durini: ventidue milioni di euro. Una bella cifretta, anche se questo, a detta di tutti, è il nuovo The Bald Algerian...

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